UN’OPERA – VII edizione
Maria Teresa Zingarello
sĭtŭs
a cura di Silvia Pujia
In occasione della Dodicesima Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI per sabato 15 ottobre 2016, l’Associazione Culturale Aleph Arte dà seguito a Un’Opera, il progetto curatoriale inaugurato nel 2010 e giunto alla sua VII edizione, che prevede di volta in volta l’esposizione di un’unica opera d’arte privilegiandone l’intima fruizione.
Per questa edizione, a cura di Silvia Pujia, Aleph Arte presenta il progetto di arte partecipata dell’artista Maria Teresa Zingarello, di origini salentine che attualmente opera a Roma, in residenza a Lamezia Terme dall’1 ottobre.
La deperibilità e la transitorietà sostanziano il lavoro dell’artista, la cui ricerca è andata nel corso degli anni a focalizzarsi nel campo dell’arte pubblica e relazionale. Il suo lavoro prende forma a partire dallo spazio del quotidiano e dall’esplorazione del tessuto urbano indagandone il rapporto tra effimero e memoria, testimonianza e sedimentazione del ricordo.
Per questa edizione Maria Teresa Zingarello realizza un’ambiente site specific dal titolo sĭtŭs il cui processo partecipativo si delinea nel corso delle due settimane di residenza e che si pone in linea con l’immagine creata appositamente dall’artista Emilio Isgrò per la Dodicesima Giornata del Contemporaneo. Sĭtŭs parte anch’esso da una riflessione sulle divisioni e sulla necessità di recuperare quel senso di inclusione e di unità al di là di confini e barriere nazionalistiche.
Contro un’Europa che costruisce muri, sĭtŭs sfonda lo spazio per smaterializzarlo in pareti diafane, dorate che restituiscono uno spazio ovattato, caldo e accogliente. Nello specifico, parte dall’immagine simbolo dei fatti di cronaca che hanno interessato Ventimiglia circa un anno fa: alcune decine di profughi a cui è stato negato l’accesso alla frontiera, avvolti in coperte isotermiche, protestano sulla scogliera di Ponte San Ludovico al confine con la Francia.
È l’immagine di quei corpi avvolti in manti dorati a colpire l’artista. Partendo dalle coperte isotermiche e dalla loro forte carica estetica, dall’11 al 13 ottobre l’artista invita ciascuno ad apporre liberamente un modulo dorato sulle mura di un ambiente domestico, fino alla sua completa saturazione. Un semplice gesto che tuttavia permette di costruire e dematerializzare lo spazio al tempo stesso.
L’intervento si articola in due luoghi distinti: un appartamento disabitato in Via Rampa Mancini, 2 al cui interno l’artista invita a rivestire un’intero ambiente con coperte color oro, e Palazzo Panariti in cui sarà visibile l’esito del progetto, una documentazione di tutto il processo artistico partecipato. E cosi sĭtŭs, inserendosi in uno spazio non adoperato nè in senso proprio in quanto casa nè in quanto luogo artistico, esplicita entrambi i suoi significati etimologici, di situazione, sito e di abbandono.
Con questo appuntamento Aleph Arte inaugura il primo di una serie di interventi che interesseranno un appartamento disabitato ripensato di volta in volta da un artista chiamato a modificarne l’interno. Al visitatore verrà proposta una mostra insolita, un modo alternativo di fruire l’arte in spazi non deputati e svelare un inedito senso dei luoghi.