Un evento che rappresenta il concretarsi di un percorso complesso di riflessione e confronto, che ha avuto nel volume di Massimo liritano (Apocalisse della Verità, Napoli 2003) il suo primo motivo ispiratore, e che è stato scandito da momenti diversi di incontro e di confronto. Sconfinamenti, dunque, tra discipline ed espressioni differenti, in una comune di ricerca di verità “visibili”: che possano divenire cioè patrimonio vissuto, in un percorso sempre aperto all’interrogazione e al confronto. Uno sconfinare che si fa infine, gesto simbolico di apertura all’altro, di un’ospitalità autentica che appartiene alla nostra più radicata identità culturale; al di là di una più superficiale e dannosa abitudine al “campanilismo”, di un orgoglio di appartenenza che ci impedisce, a volte, lo slancio più essenziale verso un riscatto finalmente reale.
Sconfinamenti: tra opera e ricerca…tra arte ed estetica…tra immagine e parola…tra artisti e filosofi.
Potrebbe dirsi che l’idea di “sconfinamento” sia alla base della ricerca dell’arte di tutto il Novecento. Sconfinare, andare oltre è stato il pensiero e il desiderio degli artisti: oltre la tradizione delle tecniche e delle discipline accademiche, al di fuori degli spazi chiusi e limitativi degli edifici museali, al di là del limite delle categorie di pensiero. Nell’intenzione di ricercare, di volta in volta, i mezzi più appropriati per raggiungere un’osmosi assidua con la propria contemporaneità.
Gli artisti:
Pino Pingitore
Antonio Pujia Veneziano
Giulio Telarico